Il post di gnappetta, in cui lei chiede come definiremmo una persona buona, mi ha mandato un po' in confusione.
Io mi sono sempre creduta una ragazza buona, e mi è sempre parso di capire che tutte le persone che mi frequentano abbiano sempre detto di me la stessa cosa. Tutti i miei amici mi hanno sempre considerato buona, mi sono sempre fatta in quattro per tutti, non riesco nemmeno tra me e me ad avere pensieri razzisti o classisti o discriminatori verso chicchessia, sono per la libertà e la l'uguaglianza e la fratellanza, adoro e pratico la sincerità, so amare e rendere felice un uomo con grande dolcezza e passione (e altre cosine belle belle che non dico per pudore), e ho il pudore, che a volte non guasta, in quella forma che spinge a mantenere le promesse, a non fare minchiate di cui poi vergognarsi, a non parlare a vanvera, a non sostenere cose se non se ne è perfettamente certi. Mi assumo le mie responsabilità, sempre. Non ho preconcetti, non ho pregiudizi, vivo di piccole cose, sono gentile e attenta alle esigenze del prossimo, so chiedere scusa, mi metto spesso in discussione e amo la vita che ogni giorno mi riserva qualcosa di nuovo, e mi stupisce, e mi fa sentire viva. E poi adoro la cultura, mi piace l'arte in ogni sua forma, amo approfondire e studiare, mi piace lavorare anche se non faccio il lavoro dei sogni e sono sfruttata e sottopagata rispetto al mio ruolo, sono curiosa dei fatti del mondo, mi interessa la politica (ho anche fatto politica) e il sociale (ho fatto e faccio volontariato), ma ho mantenuto l'animo da bambina quando guardo un cartone animato o passo davanti ad un negozio di giocattoli (o mangio un bignè al cioccolato o mi imbatto in una coccinella). E poi mi commuovo davanti ad uno spettacolo della natura o al sorriso che nasce spontaneo sul volto di qualcuno, specie se è un qualcuno che amo, e mi emoziono se qualcuno mi dimostra che mi pensa, che mi vuol bene, che si preoccupa per me, anche solo con un sms o con due righe di mail o con una telefonata. Mi scalda il cuore qualcuno che mi cerca, che chiede il mio parere, che ascolta ciò che ho da dire e anche che mi contraddice argomentando, perchè ogni confronto secondo me è motivo di crescita (chè di avere un pulpito di adulatori non me ne faccio niente). Non bado alle apparenze, non sono interessata al lusso e alle mode, ma adoro lo stile e mi piacciono le persone che sanno seguire i propri gusti e le proprie inclinazioni in ogni ambito della vita, a prescindere che assomiglino o meno ai miei, perchè è la varietà del mondo ad affascinarmi. Sono i colori. Sono gli odori. Sono i sapori. Tutti. Ed è la mente della gente, così meravigliosamente varia da lasciarmi a volte senza fiato dallo stupore. Stessi eventi vissuti in maniera così diversa da ciascuno di noi. Ma non vi sembra un miracolo, questo?
E poi sono autocritica e autoironica.
Ecco, nella mia mente semplice di ragazza del sud vissuta in una famiglia serena (anche se con una madre molto apprensiva e, diciamocelo, molto in contrasto con il mio bisogno di libertà, e un fratello con un carattere diversissimo dal mio e con cui pare che lo scontro intellettuale sia inevitabile, e con un padre buono come il pane e affettuoso e gentile e buono ma poco presente per colpa del lavoro) questo mi sembrava che volesse dire che sono una ragazza buona. Oddio, forse buona proprio no, ma brava. No, neanche brava. Per bene. Uhmmm, per bene non mi convince, diciamo 'una ragazza a posto', apprezzabile, ecco! Pensavo di essere una ragazza apprezzabile (e vabbè, mia madre dice che non so badare alla casa come lei e non so cucinare come lei e sono troppo aperta e troppo socievole e troppo fiduciosa e troppo ribelle... e vabbè, per fortuna c'è sempre stata lei ad abbassare la mia autostima e a ridimensionare tutto, se no adesso andrei davvero come un treno).
Poi è arrivata mia suocera, ed è arrivato mio cognato, e in 10 minuti hanno stabilito che io sono una ragazza cattiva e stronza.
Uhmmm
Mi sta bene che non so badare alla casa e non so cucinare bene (che poi non è vero, io NON HO VOGLIA DI BADARE ALLA CASA E DI CUCINARE E NON CAPISCO DOVE STIA SCRITTO CHE LO DEBBA FARE SEMPRE LA DONNA, ma lo so fare benissimo), e che comunque lo dica mia madre che ha convissuto per 20 anni con me e ci sentiamo mezz'ora al giorno tutti i giorni per tel da 10 anni ecc ecc, ed è MIA MADRE), ma che dei perfetti estranei dicano di me queste cose, proprio non riesco a superarlo.
E mi sono messa un sacco in discussione. Potrebbero anche avere ragione loro, come faccio a saperlo? Magari ci hanno visto giusto.
A furia di subire attacchi e insulti e poi indifferenza e rifiuti, un po' stronza lo sono diventata davvero. E vendicativa. E prevenuta.
E poi non sopporto di farmi mettere i piedi in testa, detesto essere presa in giro sulle cose serie ed importanti, ho acuito la mia aggressività di fronte alle ingiustizie, riconosco un opportunista e ho imparato ad evitarlo, cerco di seguire un po' di più le mie esigenze non mettendo più al primo posto gli altri, se gli altri poi mi calpestano, e in nome del volersi bene ho tirato fuori un certo egoismo che i terapeuti chiamano 'sano', ma che a me ancora fa strano, io che egoista non sono stata mai.
Ecco, vedete?
Allora io non sono buona.
Cioè, per i miei suoceri e mio cognato, sono la personificazione del male.
Per SF sono la quintessenza del bene.
Per i miei genitori sono la loro figlia adorata, nonostante ancora non mi sposi e non sforni per loro qualche nipotino.
Per mio fratello sono sua sorella adorata, nonostante meno stiamo vicini e meglio è per tutti.
Per il mondo, qui a nord, negli ultimi 10 anni, sono una donna sicura di sè, che prende la vita per le corna e sa il fatto suo e non abbassa lo sguardo, fiera.
Per chi legge questo blog, sono una deficiente (due post sul tema astrale non possono avervi fatto pensare nulla di diverso, e avete ragione...).
Per i vicini di casa sono 'una che saluta sempre, che non fa casino, ma non è mai in casa'.
Per i miei ex compagni di liceo sono una che aveva un grande cervello, ma non sapeva divertirsi.
Per il mio psicoterapeuta di un tempo, sono una con l'autostima sotto i piedi che somatizza.
Per il figlio neonato della mia maestra di yoga, sono l'unica faccia che lo fa ridere a bocca aperta.
Per i miei ex compagni d'università, sono una rivoluzionaria punkabbestia piena di ideali (e alcool e fumo).
Per il mio ex fidanzato astemio e non fumatore di niente sono astemia e non fumatrice di niente.
Per me...
Boh.
Chi cazzo sono, io?
Una che si fa le pippe mentali, questo è poco ma sicuro.
Per il resto, faccio una gran fatica a classificarmi.
Per il momento, cerco di vivere. Forse per i bilanci ho ancora un po' di tempo. Spero.
E voi? Come vi vedete? Come vi vedono gli altri? Le immagini coincidono?