7 febbraio 2012

AGGIORNAMENTI MENO RAPIDI DEL PREVISTO

Ciao amici, ben ritrovati.
E’ da tanto che non mi faccio viva, il trasferimento d’ufficio ha avuto su di me un effetto devastante… Dopo 10 anni in un posto, non è stato facile per me entrare in una nuova realtà lavorativa. Ad essere sincera fino in fondo, il mio lavoro e le mie competenze sono rimaste le stesse, ma non sono più, fisicamente, con i vecchi colleghi, bensì con una quarantina di gggiovani rampanti che si occupano ognuno di qualcosa di diverso. Detto così, non si capisce niente. Ma tant’è; a volte la realtà supera la fantasia.

Che poi uno si immagina che stare con tanti coetanei sia molto divertente.
Invece no.
Siamo microcosmi ognuno perso dietro le sue cose, si fa fatica anche a strappare un saluto all’arrivo al mattino e alla ripartenza la sera. E ci sono alcuni (uno nella fattispecie è il mio dirimpettaio nell’open space) che tagliano e cuciono aspramente su tutte le sillabe pronunciate dagli altri o sulle cose fatte dagli altri. Ecco, possiamo definire questo posto ‘un covo di comari’, anche se le donne sono solo tre. Sì, avete capito bene, solo tre. Le vere comari sono i maschietti trentenni al cui collo una cravatta non li rende meno incattiviti col mondo. Anzi. Secondo me è proprio la stretta alla gola che non fa confluire sufficiente ossigeno al cervello, cosicché quando danno fiato alla bocca il risultato è, al 99% dei casi, una polemica o un insulto o una banale presaperilchiulo carica di astio.

Questo clima vigente mi ha reso un tantino cupa, proprio a me che fino al momento prima di entrare qui dentro ero una barzelletta vivente, piena di simpatia e gioia e perfettamente a mio agio anche con colleghi con 30 anni di esperienza. Diciamo che la spontaneità è andata un po’ a farsi sfottere, in compenso ora sembro davvero una professionista. Dupalle, ecco.

Figuratevi se posso sentirmi libera di accedere al mio blog, con il timore che qualcuno ne sbirci il nome e corra a curiosare! Tempo due giorni, sarei sulla bocca di tutto l’edificio…

Ma oggi non riesco a non pensare che ho proprio voglia di scrivere qualcosa, e fanculo i curiosi. Se mi beccano, male che vada mi sput.tanano, bene che vada cambiano atteggiamento, e il mio sput.tanamento non sarà stato invano…..

Dunque, carissimi, grazie per il premio che almeno due di voi mi hanno dato (Merendina e Libby). Se ne ho avuti anche altri, scusatemi, forse non me se sono accorta.
Prossimamente parteciperò al gioco, oggi però non riesco.

Dove eravamo rimasti? Ah, alla ricerca dell’auto da acquistare.
Bene, miei cari, udite udite, HABEMUS MACHINAM!! Evvivaaaa!!

Alla fine io ed SF, dopo giri estenuanti ai limiti della nausea (da parte mia) in tutte le concessionarie della provincia, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso che il vero nostro budget a disposizione era quello che avevamo detto all’inizio della ricerca, e cioè intorno ai 10.000 euro. Che va bene fare gli sboroni, ma fino ad un certo punto. E’ stato bello sognare una macchina da 16mila, 17mila, 18mila… Ma poi se l’avessimo comprata avremmo anche dovuto pagarla, e proprio non ce l’avremmo fatta. Non quest’anno almeno, con tutte le spese che abbiamo sul groppone.
Sicché ci siamo orientati sulla Ford Fiesta, una bella Fiesta benzina nuova di pacco 1.2 - 82CV, e va benissimo così. Ci hanno anche concesso il finanziamento, quindi ora stiamo solo aspettando che ci arrivi per cominciare a pagarla. Speriamo non abbia troppa fretta….

Sul fronte matrimonio, è tutto abbastanza fermo. Non ho più visto abiti, ma in compenso abbiamo visitato, per un intero week-end (che poi mi sono un po’ ammalata, con sto freddo!!), parecchi negozi d’arredamento per cercare la cucina dei nostri sogni. Non è vero. Non è la cucina dei nostri sogni che stiamo cercando, ma quella che ha il prezzo dei nostri sogni, cioè basso. Tendente al nanismo, quasi.
Stesso discorso dell’auto. Dopo i canonici giri nelle catene più famose e dalla qualità discutibile (?!?!), il giro in due negozi con le cucine di marca mi ha fatto cascare le tette sotto le ginocchia, nonostante il push-up. Mi hanno chiesto, per una cucina di tre metri, SENZA elettrodomestici, la bellezza di diciotto diconsi DICIOTTO mila euro. DICIOTTOOOMILAAAAA!?!!?!?!?!? Sul punto di svenire, SF mi ha stretto la mano ed ha rappresentato, in quel momento, un solido appiglio al mio sbandamento. Mi è venuta fuori una smorfia che in realtà voleva essere un sorriso ma non ce l’ha fatta ad esserlo… Proprio non ci è riuscito…
Ma cribbio, come si fa?

E’ pur vero che le auto da ventimila euro sono lasciate in strada, mentre una cucina te la tieni davanti agli occhi, bella protetta in casa, tutto il giorno. Eccerto! Considerando che sono in casa dalle 10 alle 11 ore al giorno, di cui almeno 8 a letto, e almeno 1 in bagno, quando me la guardo sta cucina? Faccio una foto e me la metto sul desktop, al lavoro? Mumble mumble. Mumble al quadrato.
Secondo voi fino a che importo si paga la qualità, e da quale importo invece si paga qualche altra cosa di non meglio definito e spesso nemmeno evidente alla vista o al tatto o a qualsiasi altro dei 5 sensi?

Mumble al cubo.

Di cose da dire ce ne sarebbero a iosa, ma mi riservo di sviscerarle nei prossimi giorni, è da stamattina che cerco di finire questo post, e se continuo così non riesco a pubblicarlo.

Vi manca una domanda, vero? Non sapete cosa commentare?
Va bene, va bene, vi aiuto. Ma la vostra cucina di che colore è? E il pavimento? E il top del piano di lavoro è in laminato, in quarzo, in marmo, in legno, in gomma, in vetro, in das, in carta pesta, in fresco lana, metallizzata???

Fatemi sapere.
Come al solito, come sempre, brancoliamo nel buio pesto… e alla fine acquisteremo per sfinimento…

(Ah.. a fine marzo comincia la ristrutturazione di casa mia, che durerà un mese. Dopo di che diventerà casa nostra. Che emozione!! Se solo avessimo più tempo da dedicare al nostro nido…..)