3 maggio 2012

NOSTALGIA CANAGLIA


Oggi non mi passa più.
In ufficio siamo in pochi, e non fiata nessuno.
E’ un po’ una moria delle vacche, qui.
Siamo partiti in quaranta quando ci hanno trasferiti in questo ufficio (detto, simpaticamente, “il gorillaio”), e piano piano siamo rimasti in quindici. Un po’ di collaboratori sono stati mandati via per tagli al personale, un po’ di collaboratori sono scappati non sentendosi sufficientemente valorizzati e stimati e apprezzati qui, un po’ di contratti sono scaduti naturalmente e non sono stati rinnovati…
Insomma.
Ogni mattina ci guardiamo e facciamo la conta dei superstiti. SURVIVORS…
Io ci sono.
Le persone a me più care, qui dentro, pure.
E sono così egoista e spregevole da pensare che vada bene così. Il mio orticello è salvo, evviva.
Ma le persone che vengono mandate via, rimpiazzate da programmatori diciannovenni o sostituite raddoppiando il lavoro di chi resta, sono “ragazzi” di quaranta, quarantacinque anni con moglie e figli, o semplicemente ‘single’, che non riescono a farsi una famiglia perché continuamente costretti ad inseguire un contratto, un cliente, da un punto all’altro dell’Italia. E sono tanto del sud quanto del nord, di Brescia come di Catania come di LaSpezia…
C’è una “ragazza” di cinquantacinque anni che non sa se le rinnoveranno il contratto a giugno, non sa se deve dare la disdetta della casa in affitto, lei che è romana e che la sua Roma ce l’ha nel cuore… E che da una parte a Roma ci vuol tornare, lì c’è anche sua figlia… E dall’altra spera che sto caxxo di contratto sia rinnovato, perché se no chi se la prende? Il marito l’ha mollata sette anni fa per una di trent’anni, e ovviamente non le passa manco un centesimo…
Mi ricorda tanto mia zia, forse per l’accento, forse per quel modo di fare sempre un po’ aristocratico che hanno le signore sessantenni romane, anche quando soffrono. Sembra che guardino un punto lontano che raccoglie tutti i loro dolori, mentre parlano di partite a bridge, Paolina Borghese e banchetto della sora Nina con l’uva pizzutella migliore de Roma…
Siamo tutti appesi ad un filo, qui, e sottostiamo all’andamento del mercato, agli investimenti economico/finanziari e al numero di minkjate che faranno i nostri capi, agli accordi che prenderanno con altre società di consulenza. Cose così, insomma.

Sperando che nulla cambi almeno per i prossimi due anni, faccio finta di niente.
Vabbè. Due anni sono un intervallo temporale a caso.
E faccio finta di niente è una frase ugualmente a caso, perché invece questo eterno senso di precarietà non credo che sia affatto confacente ai desideri del cuore dell’uomo.

Che poi noi consulenti siamo bravi, ma è un altro paio di maniche.
Ci doniamo anima e corpo pur sapendo che fra pochi giorni potremmo non essere più qui. Pure chi già sa che non sarà qui, non si risparmia.
Proprio in questi giorni sto prendendo tra le mani un lavoro sviluppato in primavera 2009 e rilasciato in produzione il 27 luglio, quando mi avevano detto che il 19 agosto sarebbe stato il mio ultimo giorno, e che mi sarei dovuta trasferire altrove…
E questo progetto è un gioiellino. Guardo quello che ho fatto, e un po’ mi commuovo per com’è ben strutturato, specie ripensando alle analisi dei programmi che pensavo e scrivevo mentre piangevo pensando che proprio non volevo andar via da qui…
Perchè io mi affeziono alla gente…
Che se fosse per me starei sempre abbracciata alle persone a cui voglio bene, a quelle che mi hanno accompagnato in un pezzo di cammino, a quelle che mi hanno fatto crescere, a quelle che mi hanno fatto ridere anche solo una volta nella vita, e pure a quelle che mi hanno fatto arrabbiare, perché anche grazie a loro ho imparato a gestire la rabbia e a superare le incomprensioni con gli altri.

Chissà perché vi sto scrivendo queste cose oggi.
Non lo so.
Oggi sento un senso di nostalgia per tutte le persone che ho incrociato negli anni, e che per un motivo o per l’altro ho perso di vista. Loro vivono, parlano, ridono e piangono, e io non ne so nulla.
A loro vanno i miei pensieri più dolci, soprattutto a quelli in cui forse non ho lasciato un buon ricordo, e non perché io voglia piacere per forza a tutti (me ne guardo bene) ma perché secondo me chi ce l’ha con qualcuno o porta rancore non è sereno e non vive bene. Chi porta rancore, non è libero.

A volte, davvero, perdonare è la forma più alta di libertà.

E stasera, con questo animo un po’ nostalgico rivolto al passato, con SF do una scossa al mio presente uscendo dopocena con quattro coppie del corso prematrimoniale, sperando che, chissà, possano far parte anche del nostro futuro. Ho preso io l’iniziativa, temendo in fondo che la frase “poi ci vediamo una sera di queste” fosse stata detta più come intercalare che per altro. E invece hanno risposto al mio invito tutti con grande entusiasmo! Che meraviglia!!

Vi racconterò.

Tra poco vado via. Ieri non sono passata da casa e non so a che punto siano i lavori, ma oggi sono troppo curiosa. Non so se avete letto i commenti al post precedente, cmq è stato deciso che il pavimento si sostituirà interamente, e si cambierà anche la caldaia. Bene bravi bis! E nel frattempo abbiamo ordinato anche le partecipazioni e le bomboniere. Centocinquanta inviti, ragazzi. E ci siamo anche trattenuti!! Ma in fondo va bene così, quel giorno vogliamo avere tutte le persone più care attorno a noi. E chi deciderà di non partecipare… beh… peggio per lui!! Ahahahah


Ciaoooooooooooo

20 commenti:

  1. E' Stimato che il 10% declini l'invito a nozze, per me è stato così. E' arrivato il mega mobile dei sogni: hanno cannato l'anta a ribalta doveva essere vetrina ma è di legno. AZZ. Anch'io mi affeziono di brutto alla gente, poi mi passa, per dire oggi sono 24 anni che lavoro in questa azienda (circa perchè a metà strada circa hanno ceduto un ramo, il mio, per cui il datore di lavoro è cambiato, ma non sede colleghi ecc.) AZZ 24!! ma non è che mi viene tutta sta nostalgia, sono in una fase scazzo: io lavoro al meglio che posso, tu mi paghi stop. zero complicazioni if possible e rotture.
    Tipo che non vado alla cena aziendale di natale. Anche noi siamo rimasti in contatto col gruppo fidanzati parrocchia per un po', poi è il gruppo è morto. amen. baci

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    1. Nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!
      Certo che come la tiri su tu la gente!!! AZZ!!! :-)
      Ora vado in bagno a tagliarmi le vene... Ahahahah
      Scherzo!! Mi ha fatto molto ridere il tuo commento, anche se non credo che fosse questo il tuo intento.
      Allora: sappiamo già che qualcuno non verrà, la distanza tra l'altro non aiuta, si devono fare tutti 1000 km.. Parliamone! Però almeno sanno che sarebbero stati graditi. Credo sia importante. Se qualcuno mi invita, io sono contenta!
      Poi, il problema mobili al momento non mi tange, quando arriverà la cucina o il mobile della camera da pranzo ne riparliamo. Mi godo questa giornata in cui non ho pensato a nulla (e quindi mi è partita la se.ga mentale, che era lì pronta ad aspettarmi!!). Per il tuo mobile, ci pensano loro a sostituire l'anta, no?
      Per l'affezione alla gente... C'è molta gente che non frequento perchè in fondo ci sono tipologie umane che non mi piacciono, e nel mio tempo a disposizione preferisco frequentare chi mi fa bene incontrare. Però nel mio lavoro, ci sono persone che magari vengono qui, un po' alla volta cominci a salutarti, poi scambi due chiacchiere, e quando capisci che ci potrebbe essere un bel rapporto, scopri che deve cambiare sede/città/stato.
      Uffa. Dico solo uffa. Ma è la parte egoista di me che parla, qui. Molti trovano lavori molto più gratificanti e vanno a star meglio, ed io sono strafelice per loro...

      Infine, per il gruppo fidanzati del corso... stiamo a vedere cosa succede. Finora ho avuto buoni input. Se dovessi capire che così non è, vuol dire che le nostre strade dovranno dividersi. Amen.

      Baci a te, e fammi un sorriso!! :-)

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  2. Io andrò in maternità più o meno quando saranno 7 anni che lavoro qui, mi viene male all'idea di lasciare in mani tutt'ora sconosciute la "mia" scrivania, le mie scartoffie, i "miei" clienti...anche se presumo che sarà una nostalgia temporanea, che poi avrò ben altro a cui dedicarmi per qualche mese!!! però un po' mi dispiace...credo sia normale no?? e un po' c'ho pure l'ansia, dato che cmq ho ancora il contratto da apprendista, che scade a luglio 2013...anche se finora pare ovvio che troverò braccia aperte al mio rientro, non ci metterei la mano sul fuoco ecco!!! lavoro a parte, in cui non ho colleghi e quindi non ho grossi legami personali...credo che a tutti capiti putroppo di perdere per strada delle persone positive, che ci hanno trasmesso qualcosa, ma che per motivi vari capita di perdere di vista...in questo periodo sto recuperando un paio di rapporti che erano rimasti un po' indietro e ne sono molto felice!!! altre persone invece, è meglio averle perse per strada :-)

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    1. Allora… la vita è un’esperienza meravigliosa, e questo non mi stancherò mai di dirlo. A volte perdere per strada delle persone è una benedizione del cielo, viste le cose positive che ne derivano. Non è raro che la partenza di amici mi abbia dato la forza di mettermi in gioco in nuovi rapporti, di tirar fuori il mio ‘talento’ nel fare amicizia, cosa che a volte si trascura quando si ha già il proprio orticello. Per esempio la mia maestra di yoga, donna stupenda sopra ogni limite, e che ADORO, si è trasferita in un’altra città e, orfana di lei, ho cercato un’altra insegnante. Ne ho provate due, che non mi trasmettevano nulla, e poi ne ho trovata una che è stupenda sopra ogni limite anche lei. E quindi ora ho due donne meravigliose nella mia vita, amiche con cui mi confronto e con cui lo scambio è sempre fruttuoso. E due, come m’insegni, è meglio di uno!! No? ;-) Però quando la mia prima maestra di yoga ci ha detto che interrompeva il corso e cambiava città, io ho sofferto molto. Mi sentivo abbandonata e tradita. Non so se mi spiego…
      Per il lavoro, qui ci si sono personaggi strani che vanno e vengono. Spesso non si ha il tempo materiale di affezionarsi, ma a volte incrocio occhi e sguardi, e penso che chissà, magari dietro quel volto si nasconde una storia che potrebbe farmi crescere, magari io per loro potrei fare qualcosa, essere magari una rivelazione. Cose così. Pensieri che vengono quando non si è troppo impegnati su altri fronti…
      Vedrai che al tuo ritorno saranno lì ad aspettarti, io ne sono sicura. Dove la trovano un’altra come te? ;-P Kiss.

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    2. ...me lo chiedo pure io, sinceramente ;-)))) speriamo!! bacio a te!!!!

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  3. Una delle cose belle del mio lavoro è che io cerco personale, faccio i colloqui e scelgo i miei dipendenti. Ecco allora che dò la possibilità a donne di una certa età che mi arrivano al colloquio pregandomi con gli occhi di poter farmi vedere che ancora valgono qualcosa...mi sembra di far del bene. Scelgo le mamme senza compagni, le signore in cassa integrazione, le donne che da un giorno all'altro si sono ritrovate per strada, e lo faccio xchè anch'io ero una persona che aveva solo bisogno di avere una possibilità nella vita. Spero veramente che tutta questa cacca sociale si sistemi al più presto.

    Scusa ma........150 inviti??????????? :-0

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    1. Parto dalla parte ludica del tuo commento. Sì, 150 inviti, ma solo perché al lavoro con due cartoncini SF ne invita 9 ed io 15. Altrimenti sarebbero stati di più! :- ) Comunque la verità è un’altra, in Calabria non esiste la partecipazione senza invito, si invitano tutti affidandosi poi al buon senso di chi riceve l’invito nel partecipare alla cerimonia e al banchetto o meno. Così abbiamo optato per questa soluzione anche per le persone che abbiamo conosciuto qui. Sono tutti invitati. Ci aspettiamo che una cinquantina non riuscirà ad esserci, ma se dovessero decidere di venire tutti, siamo pronti ed attrezzati all’accoglienza! Ecco!

      Per la faccenda della cacca sociale, invece, non so cosa dire. La società fa un buon affare, e prendono 20 consulenti, poi perde qualche punto in borsa, e ne manda via 8, poi rifanno un affare, e ne chiamano 3, cola a picco e ne cacciano 15… Nel mio comparto, per intenderci, da 9 siamo rimasti in 3. Ma al prossimo taglio, una testa cade, è sicuro. Candy, se tu fai un lavoro che può incidere così tanto nella vita della gente, fai benissimo a comportarti così secondo me. Certa gente ha bisogno di una possibilità, e chi ha il potere di darla è una vera benedizione del cielo. Continua così!! Ciaooo

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    2. Ma non è veroooo! Io ho il marito Calabrese ed in Calabria ci vivo....e abbiamo dato almeno 30 partecipazioni senza invito!!

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    3. Nooooooooo!!! Sara, ma cosa dici?!?!?
      Qui mi apri una voragine nel rapporto!!! :-(

      Stasera approfondisco! Magari faccio saltare il matrimonio prima di saldare tutti i conti!! :-)

      Scherzo, eh! Non so che dire, forse è una caratteristica del paese di SF, che vuoi che ti dica? Anche sua madre, quando le ho detto che in Puglia si mandavano solo le partecipazioni, mi ha detto che nel loro paese una cosa del genere avrebbe provocato che tutti avrebbero tolto il saluto alla loro famiglia!

      E' una giunglaaaaaaa :-)

      P.S. Anche tu hai il marito calabrese? Ma dai, che bello!! E come ti trovi? (Ahahah, è come se ti stessi chiedendo come ti trovi con il parquet in cucina!!Uahuahauh).

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    4. P.S.2: Sara, ma tu non ce l'hai un blog? Dove ti posso seguire un po' meglio? :-)

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  4. Sono senza parole... E se un po' mi conosci e mi hai letto vuol dire che la faccenda è grave. E poi sarei io quello che fa piangere la gente? Ma hai riletto quello che hai scritto? Io credo di essere arrivato alla settima volta... mi piacerebbe imparare a memoria tutto. E, come immagini, Il pezzo finale sugli inviti, il pavimento, il dopocena... non è a quello che mi riferisco.
    So che non consola, che niente è più cretino del famoso “mal comune mezzo gaudio”. ma sappi, PRxT, che a volte anche chi non dipende da nessuno, chi è libero di decidere della propria vita lavorativa, chi nonostante l'anagrafe si sente ancora in grado di dare e di fare... beh, anche quelli )quello) può trovarsi immerso nella.... fino a due dita sopra i capelli. Senza avere più la minima idea di cosa fare, di come uscirne, di cosa sperare. Hai scritto che voglio mi si appiccichino nel cuore non perché mi possano consolare, ma perché quando ci si sente davvero al capolinea pensare che non si è soli ti fa sentire meno colpevole della disfatta. A proposito, non sto a dirti a chi mi riferisca, non vorrei se la prendesse, ma lo conosco molto bene...
    Ah, un'ultima cosa, anche se già detta tanto tempo fa: non provarti, mai, nemmeno per scherzo, a smettere di scrivere. Avresti un caso di disperazione sulla coscienza.
    P.S. Per fortuna che ero senza parole... :-)

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    1. So benissimo a chi ti riferisci, non serve aggiungere altro.
      Guarda, io mi ricordo di come stavi qualche tempo fa, prima di sparire dal mondo blog… So quello che stavi attraversando… Il punto è che tutti noi dipendiamo da qualcuno o da qualcosa, che può essere banalmente il boss in ufficio, ma possono essere i mercati finanziari, la società, i mass media, i soldi, l’estetica, il pregiudizio, l’iphone o Real Time.
      Ecco. Il trucco sta nel non identificarci con quello da cui dipendiamo, perché nel momento in cui qualcosa ci viene a mancare, a cosa ci si aggrappa? E questo non vuol dire certo estraniarsi dal mondo che ci circonda, ma starci dentro con tutte le scarpe, senza però credere che valiamo qualcosa solo perché il capo ci vuole bene o lo spread è basso o abbiamo imparato a truccarci o abbiamo l’accessorio più figo.
      O abbiamo un lavoro ben retribuito.
      E’ l’anima che ci mettiamo nelle cose che facciamo, quella che dà un senso alle cose. Dovessimo anche cadere cento volte, mille volte, è l’essere sempre pronti a rialzarsi che ci rende UNICI, e ci fa scoprire il vero senso della vita.
      E vabbè, non smetto di scrivere perché non riesco a smettere di pensare né di vivere. Se dovessi smettere, o mi sono rincretinita, o sono morta… Scegli tu!: -)

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  5. Sono sicuro che riesci a immaginare da sola tutto quello che vorrei risponderti... E siccome non saprei scriverlo bene quanto tu sai certamente sentirlo... :-) è sufficiente un sorriso?
    Ehm... tu rincretinita? Eddaiiiii. Però certamente meglio che morta. Ma che diavolo mi fai scrivereee????

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    1. :-)

      Era per sdrammatizzare!!

      Ahahahha

      No no, ora non posso morire!! Non prima di vedere la casa con il pavimento nuovo, eccheccazz!! ;-P

      P.S. Sento tutto. Un sorriso anche a te.

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  6. Non sono mai stata benissimo in un posto e nemmeno tanto a lungo per poter dire di provarne nostalgia. Del tipo di lavoro si magari, io facevo l'orafa e mi piaceva tantissimo. Mi manca l'essere creativa per lavoro e la mia compagna di banco, che nel frattempo è diventata nonna. Per tutto il resto del tempo, tiro a campare... lavorando eh, ma non avendo grandi soddisfazioni, onestamente cerco di stare sotto tono, che qui nessuno merita nulla....
    Buon week end!

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    1. Libby, ma tu te la senti di escludere a priori che un rapporto, che non è mai nato per una forma di pigrizia/pregiudizio/mancanza di tempo/pura casualità, non sarebbe stato costruttivo per la tua vita? Non pensi a volte alle occasioni perdute? Non pensi che nel lavoro magari non venga fuori la vera personalità di qualcuno, e che approfondire una conoscenza possa portare vantaggi emotivi?
      Faccio un esempio. Magari tu lì dove lavori sei un po’ sottotono perché ti fa schifo quel posto. Non ti piacerebbe che qualcuno si interessasse alla tua vita, e volesse conoscerti meglio? Tu e la tua vita e il tuo uomo, ovviamente! Al di là dell’impressione che magari dai in ufficio… Al di là del tuo essere sotto tono. Perché tu sei molto di più, anche se lì dentro forse pochi lo sanno!!!!
      Non so, la mia nostalgia è più per quello che non è mai successo, che non per i rapporti vissuti. Quello è più che altro senso di mancanza, colmabile a volte anche con una bella telefonata o un bel viaggetto….
      Buon week-end anche a te, un bacione!

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  7. Ciao Little Rumor. Il lavoro lo sto cercando e un pò qui , un pò lì non ne sento molta nostalgia. Però delle persone a me care o che solo hanno incrociato la mia strada è un periodo che ne sento moltissimo la mancanza e, se mi conosco un poco, ciò è dovuto al fatto che devo accettare ancora del tutto l'idea che ognuno di noi ha i suoi impegni ed obblighi quotidiani e la vita, a volte, ci porta a dei bivi. Comunque so che, anche se il tempo passerà, è un'idea che non accetterò mai del tutto ed è un bene che sia così perchè io sono così e chi mi ama mi segua.
    Hai fatto diventare nostalgico anche me, ma va bene ogni tanto :)
    A presto, buon fine-settimana, un grande abbraccio con affetto il tuo Fan Club (ossia IO E SOLO IO:))))
    Ciao ciao Grande Aquila Sfavillante, baci Berty

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    1. Berty, come farei senza il sostegno del tuo affezionatissimo (e popolatissimo) Fan Club??
      Impazzirei!!!

      Allora, io ho un grosso problema col distacco. Forse ne avevo già parlato in qualche vecchio post, chissà, rileggendo il tuo commento ho avuto come un deja vu, ma evidentemente il mio problema è rimasto lo stesso da allora, perché sistematicamente arriva un punto in cui tutti i saluti, le strade che si dividono, gli abbracci che non si danno più, le storie che non so più, mi mancano. E non ne faccio una colpa a nessuno, il distacco fa parte dell’età adulta, fa parte proprio della vita credo. Sono io che lo accetto male, e il lavoro che faccio (che è precario per definizione) acuisce il mio disagio. Poi, certo, il fatto che tanta gente sia andata via mi ha aperto la strada a nuovi rapporti, nuovi scambi di idee, nuove risatone… Ho sempre l’impressione che si sarebbe potuto fare di più per approfondire un’amicizia… Anche per colpa mia, si intende! Ora con le attività per matrimonio e ristrutturazione, ad esempio, facciamo fatica a star dietro a tutto… Ci proviamo, eh! Ma a volte desistiamo dal vedere un po’ di gente. E non va bene. NO NO NO.

      Non diventare nostalgico anche tu, Berty caro. Direi che sia più opportuno che invece impariamo a godere ogni attimo, in modo che dopo la nostalgia sia dolce, e senza rimpianti. Un abbraccio e buon week-end anche a te!

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  8. Hai ragione. IL distacco fa parte della vita adulta. Solo credo che a volte sia meglio, nonostante tutto, fare di testa nostra. Solo così possiamo essere in pace con noi stessi (Essere adulti ma avere ancora quel qualcosa di "bambino/infantile" che ci caratterizzava e, secondo me, che ci deve caratterizzare).
    Ok crescere e maturare, ma non dimentichiamo chi siamo stati e, ogni tanto, ricordiamolo a noi e alle persone accanto a noi.
    No preccuparti, non divento nostalgico, però hai piena ragione quando dici che dobbiamo imparare a godere ogni attimo solo, aggiungo io, non sempre ce ne ricordiamo.
    Ancora buon week-end Little Rumor, bye bye :)

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  9. mi sa che io e te facciamo lo stesso lavoro, sai? ;-) abbracci.

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