A volte vi ho raccontato del mio ufficio, dei miei colleghi, del fatto che ci sono quasi solo uomini, del fatto che uso l’ironia per sopportare un sacco di situazioni un po’ maschilistico-goliardiche, del forte affetto che mi lega ad alcuni di loro, del fatto che il mio gruppo del caffè è molto affiatato, e di altre cose.
Se non avete letto i miei racconti in merito, mi spiace ma mi tocca rimproverarvi: non siete attenti!! Eheheheh
Ma in effetti non importa, siete autorizzati a non avere la pazienza di seguirmi, se potessi a volte non mi seguirei nemmeno io…
Allora, i miei colleghi/amici del caffè sono tutti sposati, tranne uno. Anzi, tranne due, ma uno di questi è fidanzato da 20 anni, quindi direi che è sposato, non trovo differenze tra una convivenza di 15 anni e un matrimonio di 5 anni…
Dicevo.
Sono tutti sposati, tutti mediamente spiritosi/brillanti/originali/folli, tutti mediamente MASCHI (con tutto ciò che comporta), ma soprattutto tutti fedeli.
Tutti dediti alla vita domestica al di fuori delle quattro mura dell’ufficio.
Circa un mese fa è arrivata da noi una nuova collega, una ragazza sveglia e intraprendente ma nel senso bello che io personalmente do al termine. Per intraprendente intendo una donna mai inopportuna o sguaiata o ocheggiante, ma pronta a parlare al momento giusto (i ‘tempi’ di un ingresso in un dialogo già avviato sono importantissimi), e sempre ‘collegata’ al discorso stesso, con un pizzico anche lei di follia e originalità.
Non è che abbiamo parlato chissà quanto fra di noi, ma avere una donna nel gruppo per me è stata una gioia dell’anima, non ce la faccio più parlare di tecniche per costruire librerie in cartongesso, uso del trapano, dimensioni dei tasselli, piacere nell’andare sul trattore, acquisto di gomme termiche e cose così. Cioè, ce la faccio, ma dopo 10 anni mi serve qualcuno con cui parlare anche di argomenti femminili. Quindi, ci stiamo ‘annusando’ piano piano, per capire quanto possiamo fidarci una dell’altra. Il processo sembrava essere lunghino, quando tutt’un tratto ieri siamo diventate praticamente amiche per la pelle.
Lei mi ha chiesto di parlare, perché c’era una cosa che doveva ASSOLUTAMENTE dire ad una donna, dato che la stava mandando in confusione.
Praticamente, amiche e amici e passanti, uno dei ragazzi del gruppo, uno di quelli più legato alla sua famiglia e ai suoi tre figli e alla sua ‘gentilmoglie’, il giorno prima l’aveva riempita di mail dichiarandosi.
Sì, proprio così, avete capito bene.
Le ha scritto che è da quando è arrivata lei, lui non sta capendo più niente della sua vita, che vorrebbe mandare tutto all’aria, moglie e figli compresi, che sta provando emozioni fortissime MAI provate prima, che è geloso se la vede ridere con altri, che gli sta esplodendo il cuore dal petto per l’intensità di quello che prova.
Non vi dico i dettagli, già solo questo dovrebbe bastare. Alla nostra collega di lui non interessa un fico secco, ma a parte questo…
Io lui lo conosco da 10 anni. E’ sempre stato un ragazzo/uomo misurato, moderato, poco ‘collegato’ ai suoi sentimenti ma molto pratico, molto concreto, molto coerente, molto presente in casa, molto votato alla vita domestica, senza vizi o curiosità o grilli per la testa. Un uomo che per molte donne è il marito ideale.
Poi un bel giorno arriva una ragazza che nemmeno ti dà confidenza più di tanto, e tu perdi la testa e sei pronto a mandare tutto al diavolo. Così. All’improvviso. E superi gli imbarazzi, le reticenze, i rischi che una confessione del genere potrebbero portare (lo sputtanamento per lui sarebbe deleterio), per una semisconosciuta.
Tanto potente può essere l’amore.
Tanto debole può essere l’amore.
Ora il ‘rifiuto’ l’ha gettato nello sconforto più totale. Tanto l’arrivo di lei l’aveva reso gioviale e sorridente, tanto questa mazzata l’ha reso il fantasma di quello (pur morigerato) che era una volta……..
Stamattina, in pausa, l’ho guardato mentre tutti ridevano per una delle tante battute a raffica delle nostre. Lui era sperso, completamente assente e ingrigito, i lati degli occhi che puntavano al pavimento.
E, per la prima volta in vita mia, l’ho visto vecchio…
E vi assicuro che vecchio non è.
E se da un lato questa storia mi ha intristito tanto, pensando che da un giorno all’altro una famiglia potrebbe essere gettata nel casino senza avere colpe (bastava che lei ci stesse, e quantomeno i due oggi sarebbero amanti), dall’altro non riesco ad essere troppo troppo severa (dentro di me) con il mio amico, che forse per la prima volta in vita sua si è innamorato. La prima volta, a quarant’anni.
E penso a quante vite passano così, nel grigiore, nell’abitudine, prima che una scheggia di vita le colpisca.
E penso a quanto sia triste vivere senza aver mai amato.
E penso a quanto sia bello amare davvero, e vivere questo miracolo meraviglioso nel cuore, ammettendo anche che un giorno potrebbe finire tutto, piuttosto che vegetare in una sana rassegnazione, che finchè è inconsapevole va anche bene, ma quando poi capisci cosa ti stai perdendo non vale più niente. Non credo si torni indietro senza conseguenze. Si può fare finta che non sia cambiato nulla, ma in fondo in fondo…
Ecco, mi piacerebbe sapere quali emozioni provoca in voi una riflessione del genere, una storia del genere.
Uno si innamora di qualcuno quando non è più o non è mai stato innamorato della persona con cui sta, o è una folgorazione ‘a prescindere’?
Dire che si sta provando un’emozione ‘MAI PROVATA PRIMA’ è solo un espediente per far capitolare la preda, o uno si dimentica di un amore nato anni prima, o è una frase sincera?
E allora, se fosse vero, come ci si fa a sposare con una donna che non si ama?
Come sempre vi scasso la minkja con le mie domande inutili, ma sono davvero curiosa delle vostre riflessioni.
Io venerdì sarò qui al lavoro, ma auguro buon week-end lunghissimo a tutti coloro che faranno ponte.
A presto!