Ho dieci ricchissimi
minuti per lasciare alla rete, prima delle mie vacanze, un saluto che sia un
pochino più strutturato del post di ieri scritto in preda alla noia e alla
voglia di scambiare due chiacchiere.
Però
lasciare per un mese in evidenza la barzelletta minkjia rovina la mia immagine, peraltro
già sufficientemente danneggiata da post lagnosi che non mi fanno onore e non
mi rendono proprio giustizia.
Che io di
natura non mi lagno mai.
Che la vita
mi piace, e mi piace anche godermi ogni impedimento che si frappone all’obiettivo,
per vedere come va a finire la faccenda.
Per vedere
come me la cavo, per valutare le mie capacità e anche per migliorare la mia
autostima, perché amici cari vi assicuro che quello che non uccide, fortifica.
Ohh, se
fortifica!!
Amici miei,
mi sposo.
Mi fa un
certo effetto scriverlo, e ancora di più leggerlo.
Io mi
sposo.
Io, la
paladina della singletudine.
Io, la
sostenitrice della libertà ad ogni costo.
Io, la
personificazione della convinzione che al mondo avrei potuto trovare un ‘corpo’
con molta facilità, ma nessun Uomo da amare per tutta la vita.
Io, che ho
cominciato a frequentare gli uomini per sfida, stimandoli davvero poco.
Io, che
fondamentalmente non stimavo affatto ME, e mi difendevo come potevo,
arrancando, tuffandomi in storie sbagliate che mi lasciavano sempre un grande,
infinito, profondo senso di sconfitta.
Io, che
cercavo di salvare chiunque mi stesse intorno, con l’unico grande e immenso
desiderio di essere salvata a mia volta, ma troppo orgogliosa per riconoscerlo
anche solo a me stessa.
Io, che al
solo pensiero di com’ero quando ho conosciuto SF, di quando fossi devastata nell’anima
e nel corpo, di quanto mancassi di equilibrio e obiettivi… al solo pensiero mi
metto a piangere adesso.
Io, che non
ho mai tenuto il conto di quanto, nella vita, ho dato, né di quanto ho
ricevuto, pur vivendo perennemente con quella sensazione amara di aver speso
tanto… Troppo…
Io, che in
mezzo a tutti i casini e i problemi e le cadute e le rialzate e le pugnalate e
le delusioni e le aspettative disilluse, all’esistenza del Grande Amore non ho
mai smesso di credere, anche se non osavo sperare che ce ne potesse essere una fetta
anche per me..
Io. Mi.
Sposo.
E mi viene
da piangere e da ridere, da urlarlo e da sussurrarlo, da abbracciare il mondo e
da non farmi sfiorare per non rompermi, non adesso, no, vi prego..
Adesso no.
Io mi sto
per sposare con l’unico uomo che, a guardarlo, vedo Dio.
Credo che
questo sia il miracolo più grande che la vita mi abbia donato.
Amare, ed
essere amata a mia volta.
Con tutta
questa intensità.
Con
passione, con ardore, con comprensione, con sostegno, con fantasia, con
supporto, con accettazione totale di ciò che siamo stati, di ciò che siamo ora,
e di ciò che forse diventeremo o forse non diventeremo mai.
Amare, come
solo SF, il mio SF, mi ha insegnato a fare, con il suo esempio.
Mi ha
trovata frantumata in mille pezzi, e con pazienza li ha rimessi insieme, uno ad
uno al loro posto. E mi ha fatto tornare a vedere il sole nei piccoli gesti
quotidiani, nelle azioni più semplici, quando per me era solo buio pesto.
A volte mi
chiedo chi gliel’abbia fatto fare…
Ma poi mi
guarda, perde i suoi occhi nei miei, e capisco che il miracolo è stato compiuto
anche per lui, perché io sono esattamente tutto quello che nella vita aveva
sempre cercato e sognato di incontrare.
Io.
Non un’altra
più bella, più ricca, più elegante, più organizzata, più permissiva, più sexy,
più equilibrata, più una cosa qualunque.
No.
Io.
E quando mi
dice: “Sei mia. Sono tuo”, non c’è neanche una benché minima nota di possesso.
Noi ci
apparteniamo perché siamo fatti l’uno per l’altra, e siamo totalmente liberi di
donarci l’uno all’altra, ogni giorno.
Ti amo
tanto, amore mio.
Restami
sempre accanto.
Facciamo in
modo di dare un valore vero alle parole “Io accolgo te… tutti i giorni della
mia vita”.
E’ l’unico
desiderio che ho.
P.S. Ci
riaggiorniamo tra un mesetto, stasera alle 19 massimo sarò ufficialmente in
ferie (e senza computer).