Per tutti i
diavoli!!
Ieri sera
alle 20, dopo 20 giorni dall’ordine e dal pagamento dell’acconto (un lauto 30%),
la tipa del negozio in cui abbiamo comprato le bomboniere ci ha detto che la
ditta le ha comunicato che non sono più ordinabili, e che se vogliamo ci danno
una cosa più grande allo stesso prezzo.
Manco
fossimo in macelleria.
Una cosa
più grande.
Mah.
Al telefono
mi sono cascate un po’ le balls, le ho subito detto che di una bomboniera che
pesi più dell’invitato che deve portarsela a casa non ne abbiamo granché
voglia, e che se non avevamo scelto prima quell’oggetto lì voleva dire che non
ci piaceva, ma lei ha detto che ci stiamo impuntando e non vogliamo fare l’affare.
Così le ho
detto, senza far drammi, che ci avremmo pensato e le avrei fatto sapere, ma che
in caso non ci fossimo convinti a portarci a casa il bronzo di Riace (da lei
suggerito) in 150 comodi pezzi, mi sarei aspettata di riavere i soldini
indietro, dato che in quel negozio non c’era altro che ci piacesse.
E lei: ‘Non
credo’.
E io: ‘Io
invece credo, eccome’.
Arrivederci.
Arrivederci.
Che
simpatica canaglia.
Sono
tranquilla, i soldi presumo debba restituirceli per forza visto che è lei ad
aver fatto ‘saltare’ l’accordo, ciò che mi rode è che l’argomento bomboniere ci
aveva risucchiato più energie del giusto, ed eravamo così contenti di averlo
risolto trovando una cosa che ci piacesse tanto, che ora al solo pensiero di
ricominciare a girare ci viene lo sconforto.
Dopo cena, ieri,
mentre spalmati sul divano ci guardavamo un certo numero di puntate di ‘The bigbang theory’ al computer, tutti abbracciati e coccolosi e carezzevoli, mi è
scappato di dire ad SF che il concetto di ‘affare’ è relativo almeno quanto
quello di ‘bellezza’.
Noi abbiamo
scelto un soprammobile della dimensione e del peso ideali, al prezzo massimo
che potevamo spendere, e ci sembrava di aver fatto un affare.
Ora ci
dicono che l’affare sia prendere un soprammobile tre volte più grande, con
soggetto simile ma non identico, che pesa tre volte di più, e che costerebbe
anche tre volte di più, allo stesso prezzo dell’altro. E che – aggiungiamo noi –
nemmeno ci piace.
Ho capito!
Forse intendeva dire che si tratta di un vero affare per LORO!! E quando li
smaltiscono, altrimenti, dei mufloni così dal magazzino?
Va bene,
calma e sangue freddo.
E mentre i
lavori di ristrutturazione a casa mia procedono con la lentezza del bradipo, e
la mia migliore amica mi ha comunicato che le hanno rifiutato le ferie quindi è
in dubbio la sua presenza alla cerimonia, mi accorgo che c’è una cosa nella mia
vita che va a gonfie vele.
La
convivenza con SF.
In queste
cinque settimane in cui abitiamo insieme a tutti gli effetti, il nostro accordo
e la nostra complicità e tutto il nostro amore sono aumentati esponenzialmente,
se così si può dire.
Siamo fatti
per stare insieme, e ci scoppia il cuore di felicità.
E lo si
capisce dai nostri occhi, che parlano da soli.
E dallo
sguardo che sempre poniamo l’uno sull’altra, pieno di gratitudine alla vita,
qualsiasi cosa accada.
Mai, giuro,
MAI avrei potuto immaginare qualche anno fa di poter vivere una relazione con
una tale pienezza, con una tale intensità.
Mai avrei
potuto lontanamente credere che sarei arrivata al matrimonio con una tale
serenità, desiderosa adesso che quella promessa “PER TUTTA LA VITA” sia
mantenuta, io che avevo sempre considerato il matrimonio una mera convenzione
sociale portata avanti da persone annoiate e infelici che pur di non andare a
dormire da soli la sera nel letto si accontentavano di una persona qualunque
arrivata al momento giusto a cui poi avrebbero dovuto lavare le mutande per
sempre, o pagare l’estetista e gli assorbenti per sempre.
Un ‘per
sempre’ può fare paura, se preso sul serio.
Io non so
come andrà a finire il mio matrimonio, sento così tante storie di rapporti che
naufragano che non intendo tirarmi la sfiga da sola, però dico che io, ADESSO,
sono certa che SF sia la persona giusta per me, e solo grazie a questa certezza
riesco a fare il passo di sposarmi, altrimenti non ci sarei mai riuscita, chè
in fondo da sola sto benissimo e mi basta pochissimo per sentirmi in prigione
quando qualcosa mi opprime (e per scappare a gambe levate).
Io ora
vorrei farvi una domanda, ma non so come porvela. E più ci penso, più mi
allontano dal punto in questione…
Riguardava il
cinismo della gioventù, la voglia di rompere gli schemi per vedere se le cose possono
andar meglio, la paura di non riuscire in qualcosa che ci spinge pertanto a
rinnegarla e, potendo, a denigrarla.
Ci provo
così: c’è qualcosa che da giovani (diciamo, fino a prima dei 20/25 anni) avete
detto che non avreste mai fatto, e che invece vi siete trovati a fare non per
forza, ma per vostra pura e libera
scelta?
Ditemi
ditemi.
Io ne avrei
altre 100 di cose da raccontare, ma vi lascio la parola, mentre mi appresto a
studiare i documenti di un nuovo progetto di lavoro per cui ci vuole una
concentrazione che, purtroppo, al momento sento di non avere… Ci provo!!
Ciao belli.
P.S. "The
big bang theory" è una sit com americana fantastica, e vi consiglio vivamente di
recuperarla se potete (si trova agevolmente su internet) e di vederla, perché ne
vale davvero la pena. Fatemi sapere, se già la conoscete, cosa ne pensate…
Ahahahah